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mercoledì

Storia di Yuri (поехали!)




Avevo comprato un modem.

Cioe’ qualche tempo prima ne avevo parlato con William, il computer teacher, e ci eravamo accordati per condividerne spesa e utilizzo.
Ero contento dell’acquisto, pensando che, elettricita’ permettendo, avrei finalmente potuto usare la rete in qualsiasi momento; ma allo stesso tempo un po’ mi dispiaceva perche’ avere il modem significava non frequentare piu’ gli internet cafe’, luoghi pittoreschi dove avevo incontrato molte persone.
Cosi’  adesso eravamo collegati al mondo. Certo, il villaggio di Imbaseni non puo’essere definito un posto fuori dal mondo, si trova soltanto a 30 km da Arusha, una delle citta’ piu’ turistiche di tutta l’Africa; pero’il nostro modem era senza dubbio il primo di tutta quella zona. Per questo, il nostro acquisto ci sembrava un’impresa storica. Nei giorni seguenti avevamo scherzato sull’argomento dicendo che il nostro prezioso oggetto rappresentava un piccolo passo per noi e un grande passo per l’umanita’ e altre stronzate del genere...
In accordo con William, il modem sarebbe stato utilizzato esclusivamente sotto il nostro controllo, tuttavia volevamo introdurre gli studenti all’utilizzo di internet, cosi’ tutti i giorni portavamo in classe la chiavetta vodaphone bomba e leggevamo Arusha Times, BBC, Al Jazeera, Cristiano Ronaldo e Shakira Shakira.

Ad ogni modo, non avevo previsto le esilaranti conseguenze dell’utilizzo di internet, quell’uchawi ya wazungu  cioe’ diavoleria dei bianchi (in senso buono), come veniva definita dai locali.

Un giorno, entrai in classe con il modem e mi collegai al sito di un giornale italiano. Una delle notizie era l’anniversario del primo viaggio nello spazio compiuto da un essere umano. Era infatti il 12 aprile, e la foto di Yuri Gagarin compariva da tutte le parti. “Il figlio della terra” veniva celebrato come un eroe e un viaggiatore che davvero si era diretto verso l’ignoto. La sua impresa era stata considerata una conquista per il mondo intero e anche un  momento di competizione tra USA e URSS, i protagonisti della guerra fredda.
Gli studenti, incuriositi dalle foto di quell’uomo particolarmente bianco, col casco e la tuta arancione, mi chiesero di chi si trattasse. Cosi’ spiegai loro che quello era Yuri Gagarin; leggemmo la sua storia su wikipedia e altri siti che parlavano della storica impresa.
Non mi ero stupito del fatto che nessuno degli studenti presenti sapesse chi fosse Yuri Gagarin, in Tanzania il livello di scolarizzazione era quello che era, e poi ero sicuro che anche in Europa  molti dei loro coetanei non avessero idea di chi fosse “Il figlio della terra”.
Ma il bello doveva ancora arrivare.
Qualche giorno dopo, mentre stavo rientrando ad Imbaseni, dopo una tranquilla passeggiata fino al villaggio di Ngurudoto, incontrai il padre di Eriki, il miglior studente della computer class. Dopo i saluti iniziali, come sempre interminabili, mi aveva chiesto del funzionamento di Internet. Ne aveva sentito parlare dal figlio ed era curioso di saperne di piu’.
Poi arrivo’ alla domanda cruciale:
-E...come sta Yuri?
-Ma...Yuri Chi? -risposi pensando che non conoscevo nessuno con quel nome.
-Eh...Yuri Yuri...Yuri Gagarin! Mio figlio mi ha detto che c’e’ un russo che sta facendo il primo viaggio nello spazio. Come sta andando? E quando torna? Che diavolerie che sapete fare voi wazungu!
Provai a trattenermi dal ridere anche se sapevo che si trattava di un’impresa impossibile. Sentii uno strano formicolio sulle braccia e per un attimo ebbi come un’allucinazione, vidi che al mio fianco... c’era Yuri Gagarin con la tuta arancione e il casco che cantava a squarciagola l’inno russo!?
Allora, riprendendomi da quel momento di strana estasi, trovai la forza di rispondere alla domanda e dissi - Si si, Yuri e’ tornato...-
Poi andai a sdraiarmi sotto un albero e per quasi mezz’ora mi ritrovai a ridacchiare come un cretino. Ma non per sfottere quel pover’uomo, ci mancherebbe. La sua domanda era in buona fede...solo che  mai mi sarei aspettato che qualcuno mi chiedesse –Come sta Yuri, Yuri Gagarin?-

Avevo sempre rifiutato quei luoghi comuni che sommariamente descrivono l’Africa come un continente irrecuperabile, incapace di utilizzare le proprie risorse e perennemente in guerra civile... Ma la domanda su Yuri Gagarin mi sembrava pazzesca. Avevo comprato il modem per essere in contatto con il mondo, e adesso mi rendevo conto che la realta’ di quei luoghi era l’esatto contrario. Provavo a riflettere sul fatto che nel villaggio di Imbaseni c’era  gente che stava guardando il cielo aspettando che Yuri Gagarin tornasse dal primo viaggio nello spazio!?!  Per forza che mi erano venute le allucinazioni...

La sera stessa, tornai nella computer class con il modem perche’ volevo ascoltare la replica de La Zanzara, il programma trasmesso da radio 24. Dopo circa 20 minuti, mentre il conduttore della trasmissione stava gia’ litigando (come al solito) con un ascoltatore, entro’ Eriki e si mise a lavorare al compurter vicino al mio.  Era sua consuetudine studiare nelle ore serali, quando tornava l’elettricita’. Quello studente poco piu’ che ventenne, dimostrava impegno e una dedizione allo studio che gli faceva guadagnare l’ammirazione di tutti gli insegnanti, e anche la mia.
-Ehi bwana Alessandro, come stai oggi?-
-Bene grazie, sai che oggi ho incontrato tuo padre...
-Si si, me l’ha detto. Ma ti volevo chiedere una cosa. Quel Yuri... quando torna?
http://www.youtube.com/watch?v=JruTJ3dp5Bs&feature=related