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mercoledì

HABARI ZA SAFARI









-Shikamoo Babu!
-Marahaba bwana, umeankaje ?
-Salama, na wewe pia?
-Ndyo…
L`incontro con Babu è un appuntamento che scandisce il tempo delle mie giornate. Pochi attimi che hanno però un significato importante.
Babu avrà novant’anni. Dico avrà perchè nessuno veramente lo sa con precisione, nemmeno lui. Ma qui, specialmente nelle zone rurali, il preciso dato anagrafico non ha importanza. Si sa che lui è il più vecchio di tutto il villaggio. Per questo, al mattino il primo saluto della giornata dovrà essere per lui, no way.
E` alto e molto magro. Cammina piano piano ed ogni movimento gli costa un certo sforzo. Ma stà bene; è autosufficente e si arrangia in tutto. Vive con la famiglia di sua figlia. Una famiglia molto allargata, come vuole la tradizione africana. Ci sono sua figlia con il marito e i relativi 4 figli. Poi due nipoti piccoli provenienti dalla famiglia di un altro figlio che però vive in città e non ce la fa con i soldi. Poi c`e un`altra figlia di Babu con il suo bambino. Ci sono anche tre ragazzi adolescenti figli di un masai imparentato con il marito della figlia di Babu. Infine c`e una ragazza che aiuta a cucinare i pasti, non fa parte della famiglia, ma anche lei fa numero. In tutto sono…ho perso il conto, ma son tanti.
Il Babu passa le giornate seduto nella sua sedia osservando quello che succede nel villaggio. Ma il suo osservare e` discreto e rispettoso. Con molta calma.
Ogni tanto fa due passi con la sua capra. La porta a spasso per un po` e poi la lega ad un albero, dove può starsene all`ombra a brucare l`erba. Poi lei si libera e se ne va poco distante a cercare altra erba. Allora il Babu si alza e comincia a chiedere a gran voce- Dov`e la capra?! Avete visto la mia capra?! – E, dopo numerose ricerche nel raggio di 20-30 metri, la trova all`ombra dell` albero più grande.

-Leo ni joto sana, jua ni kali !-Oggi fa caldo e il sole è tagliente, dice il Babu.

Il suo modo di raccontare e spiegare le cose e` di una semplicità disarmante. Ad esempio un giorno mi fa – I tedeschi ? Sono venuti in Africa ed hanno ammazzato un sacco di persone. Poi se ne sono andati. E oggi vengono a vedere i leoni del Serengeti. Non ti sembra strano, eh ?! Oppure- Vorresti sposare la figlia di un mio amico ? Guarda, e` quella la in fondo. La vedi? Guarda che fianchi robusti, ti darà molti figli… Vai da suo padre e portagli un paio di vacche grasse…così la sposi, semplice!!!

Il Babu non è mai andato a scuola. Non sa ne`leggere ne` scrivere, ma quando te lo trovi davanti ti rendi conto che si tratta di una persona che ha una grande conoscenza. Quel tipo di conoscenza che soltanto un certo tipo di vita può dare. Mi racconta che da ragazzo portava il bestiame nelle grandi pianure in cerca di erba e acqua, camminava per giorni e giorni e qualche volta arrivava fino in Kenya.
Era un Safari vero, il suo.
Un viaggio che poteva comprendere molte cose. La lotta per la sopravvivenza prima di tutto e poi la fatica, gli animali selvatici, la malaria.
Ma alla fine del viaggio aveva imparato molto, un qualcosa da tenere per sempre e tramandare alle persone del suo villaggio, Habari za Safari.

Non so perchè, ma ascoltando la parole del Babu mi viene voglia di raccontargli qualcosa. Allora prendo il mio dizionario italiano-kiswahili e mi siedo vicino a lui.
E` la storia di due fratelli, Angelo e Andrea, due soldati dell`esercito italiano sul fronte russo. La guerra finirà presto e i due giovani stanno tornando a casa, dopo la storica batosta. Un lungo viaggio attraverso le gelide terre siberiane. In questo caso non ci sono gli animali selvatici o la malaria, ma il freddo e la guerra sono più che sufficienti a rendere questo safari estremamente difficile.
Angelo però non e` fatto per stare nell`esercito; è stanco della guerra e la sua indole e` quella del ribelle, sempre pronto ad andare contro le regole. Dice che non salirà mai su quel treno militare. Preferisce disertare, abbandonare per sempre l`esercito. Magari gli spareranno durante la fuga, ma non importa, lui ha deciso e così farà. Andrea invece ha solo 17 anni. Non e` come suo fratello, spregiudicato e temerario. La guerra finirà presto e lui non vede l`ora di tornare al suo paese dove tutti lo stanno aspettando.
Ma Andrea, a casa sua non tornò mai più. Il treno sul quale viaggiava fu fatto saltare in aria. Ufficialmente è tuttora disperso.
Angelo invece, schivate un paio di pallottole, riuscì a scappare, ma il suo safari di rientro fu più lungo del previsto. Dieci anni attraverso l`Europa semidistrutta del dopoguerra, prima di tornare alla sua terra d'origine, l'altopiano di Asiago.

Il Babu ascolta con attenzione senza farmi pesare il mio kiswahili ancora precario. Sembra capire molto bene quello che gli dico. Poi quando ho finito di parlare, dopo una lunga pausa, mi dice : -Ah, pole…lakini mtu moja amerudi nyumbani! Però uno dei due e` riuscito a tornare a casa! Safari imekua mbaya kidogo! Il safari e`stato duro, ma non completamente negativo perché uno dei due alla fine e` tornato a casa!-
E anche questa volta, il Babu da prova della sua saggezza. Come sempre il suo punto di vista riesce a mettere assieme tutti gli aspetti. La sua capacità di leggere le cose da una prospettiva più alta e`straordinaria.
Restiamo in silenzio per un bel po’, ma si tratta di un silenzio sereno. L`Africa e l`Europa si sono appena incontrate in un punto indefinito dello spazio intorno a noi. E sappiamo entrambi che non c'è nient'altro da aggiungere.
-Sasa, mimi naenda kutembea kidogo, tutaonana baadaye- dice il Babu alzandosi e comunicandomi la sua intenzione di farsi una passeggiata. -Safari njema- gli rispondo io, sapendo che per lui quei mille metri fino al negozio saranno un piccolo viaggio.

E forse, un altro Habari za Safari da raccontare.