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venerdì

NAMIBIA -the forgotten-







                                                                 
Capitolo 1
Dopo un paio di giorni di tranquillità passati a Windhoek, avevo deciso di andare a Swakopmund. Inizialmente il mio obiettivo era Sossusvlei, le altissime e leggerndarie dune del Namib, ma poi avevo pensato che non era necessario andare là per vedere qualcosa di speciale. Più che altro non volevo andare 3-4 giorni nel deserto con un gruppo organizzato, cioè con 12 persone che passano il tempo a mangiare hamburger e a far casino. Così pensai -Vado a Swakopmund, il deserto e` li a due passi, magari trovo qualcuno che ha voglia di prendere una macchina e di fare un giro-
Alla stazione e presi nota degli orari, dopo due ore ero già a bordo. Nel mio pulmino eravamo in cinque: io, un prete africano che mi chiedeva del Vaticano, una tedesca col figlio di 9 mesi (mangiavano entrambi salsiccia fredda) e il mitico autista: il comandante Verna, un Panzer tedesco con le guanciotte rosse, simpatico, preciso e affidabilissimo.
Il viaggio era magnifico. Panorami stupendi e caldo infernale. Circa ogni 80 Kilometri il comandante Verna ci concedeva 15 minuti di pausa in qualche stazione di servizio, poi ci chiamava a rapporto, controllava che tutto fosse perfettamente in ordine e si ripartiva. Arrivammo a Swakopmund nel tardo pomeriggio, faceva freddo. Ero passato dai 35 gradi di Windhoek ai 10 di Swakopmund. Salutai tutti e mi misi a cercare l’ostello, seguendo le precise indicazioni del comandante Verna.
Capitolo 2 
Arrivato a destinazione lascio lo zaino in stanza e decido di andare a mangiare qualcosa. Giro a vuoto per un po', ma alla fine arrivo in un locale. Quando entro sento subito un' aria festaiola. Ma certo, questa e` una birreria tedesca (degna dell' ispettore Derrik) e siamo in ottobre. Oktoberfest! Faccio solo uno spuntino, ascolto l’orchestrina che intona le solite canzonette da intrattenimento alcolico, bevo una birra e torno all'ostello.
E comincia l'Odissea. Passo la notte a girarmi continuamente nel letto, mal di testa, mal di stomaco, male alle ossa, brividi. Alle 4:00 mi alzo e vado a vomitare. In bagno incontro un gruppo di tedeschi in grande baldoria. -Hey man, where are youuu frooom?- mi chiedono incuranti del mio stato pietoso. –Italiano- rispondo. E non posso aggiungere altro perché quelli cominciano a cantare a tutto volume - Lasciatemi cantaaareeee con la chitarra in maaanoooo…- oppure -Felicitaaaa` mangiare un panino e un bicchiere di vino la felicitaaaa`…- Non riesco a spiegarmi il fatto che ancora oggi Al Bano e Romina e Toto Cotugno sono  inossidabili rappresentanti della canzone italiana nel mondo... Dopo 5-6 canzoni spettacolari, al quale partecipo nel tentativo di farmi passare il mal di stomaco, torno a letto. Ma stò sempre male e non chiudo occhio. Il cibo penso, sicuramente il cibo non era buono. E anche il freddo. Si, il cambio di temperatura. Poi razionalmente penso Cazzo questa e` la malaria! Dopo mesi trascorsi in Tanzania, prima o poi doveva arrivare. Ma porca miseria...Si non c'e` dubbio, ho sicuramente beccato la malaria.
La mattina seguente mi alzo alle 7, vado subito a fare colazione anche se non ho fame. Devo rifarmi lo stomaco: tre tazze di the una dietro l'altra e un panino, una tachipirina e mi sento meglio. Allora provo a convincermi che non ho niente, è stato il cibo della birreria dell`ispettore Derrik. Ma si, cosa vuoi che sia. Intanto incontro due ragazzi tedeschi, con loro avevo bevuto una birra a Windhoek. Mi dicono che stamattina andranno nel deserto a fare sandboarding. Così mi viene un' idea: potrei andare con loro. Naturalmente non ho nessuna intenzione di fare sandboarding, ma questi con 15 euro mi portano nel deserto. Ok, Fatta. Quando arriviamo, lo staff mi consegna le attrezzature necessarie. Rifiuto tutto dicendo: -Io non faccio queste stronzate, sono qua solo per il deserto- Inizialmente i ragazzi mi guardano storto, ma poi tutto si risolve con una risata collettiva. Mentre gli improbabili sciatori del deserto si fanno fotografare e filmare con il culo di fuori gridando “Amaaazing!”, io mi allontano dal gruppo arrampicandomi sulle dune. Il deserto e` difficile da descrivere. Penso a quando da ragazzino sognavo di correre tra le dune. 

Un romanzo di Salgari letto a scuola, un programma di Ambrogio Fogar, le immagini della Parigi-Dakar, Salvatores e Spike Lee, una canzone di Jimi Hendrix....
Dopo decine di dune e di cadute (perdevo continuamente l'equilibrio, ancora non lo sapevo, ma avevo la febbre alta) arriva l'ora di pranzo. Uno spuntino davanti all' oceano, che confina direttamente col deserto, una chiacchierata senza capire una parola, un malinconico brindisi al succo di frutta e si torna a casa. Arrivati all'ostello prendo la seconda tachipirina della giornata e vado a dormire. Mi sveglio alle 18:00 e non sono malaccio, ma ho sicuramente la febbre. Decido che ho bisogno di mangiare qualcosa così mi alzo, vado in un supermercato li vicino e compro due succhi di frutta e delle focaccine alla marmellata. Torno a casa, mordo con soddisfazione le mie preziose merendine e mi accorgo che sotto sono completamente verdi. Un colore non adatto per l'occasione... Così, anche se sono stanchissimo devo rimettermi le scarpe e la felpa e (imprecando) tornare al supermercato; compro dei biscottini miserabili e torno all' ostello.
E finalmente dormo, come un bambino. Il giorno dopo quando mi sveglio mi sento fresco e rilassato, penso al deserto e sorrido, poi penso che forse ho la malaria e allora impreco con tutte le bestemmie che mi vengono in mente. E` meglio tornare a Windhoek. Devo andare in un ospedale o almeno farmi vedere da un dottore. Vado alla reception dell’ostello e dico di voler prenotare il mini-bus. La signora, molto gentilmente mi dice:"Ok, verranno a prenderti alle 10:00. Ehi italiano, ti senti bene? Hai una faccia!
Quando sono già salito sul bus vedo i tedeschi di Toto Cotugno and friends. Allora mi sporgo completamente dal finestrino rischiando anche di cadere e li saluto cantando una strofa a tutto volume “..Con la Chitaaaarra in maaanooo...” Ero proprio fuori di me!
Poi mi tranquillizzo e mi concentro sul mio sedile, talmente piccolo che mi sento una sardina surgelata. Questa volta non c'e` il comandante Verna e le cose precise, questa volta il bus e` sporco e scassato. Vicino a me nell'ultima fila ci sono due giovani inglesi. Mi chiedono "Da dove vieni? Come va?"

-Sono malato cazzo, non vedi che faccia ho?- Non mi parleranno più per tutto il viaggio.
Man mano che ci si avvicina a Windhoek i passeggeri scendono tutti. Restiamo solo io e i due inglesi. Poi ci fermiamo al’ennesima stazione di servizio. L'autista dice che siamo arrivati. -Scendete, per arrivare a Windhoek prendete un taxi. Se volete qua` c'e` un mio amico che vi fa buon prezzo. I due inglesi non aspettano un attimo, pagano e montano in macchina e vanno dritti e comodi a Windhoek. Io invece no. Sempre la stessa storia. Sono arrabbiato, molto arrabbiato. La febbre mi fa sentire un po' strano…
Allora vado dritto dall'autista e faccio una scenata. Lo cospargo di insulti e delle mie ragioni sottolineando che gli accordi erano diversi. Lui però non ha voglia di litigare; invece di ribattere inventa qualche scusa e prova a convincermi a prendere un taxi. Nel frattempo un tipo si avvicina e mi fa "Quanto sei disposto a pagarmi per andare a Windhoek, bianco?" Allora esplodo ancora di piu`-Se vuoi ti do un dollaro, pezzo di merda- Ma per fortuna il mio inglese scadente fa sì che la frase non venga compresa del tutto… Allora prendo lo zaino, che mi sembra pesi un quintale, accendo una sigaretta e me ne vado verso la strada. Quelli intanto ridono alle mie spalle. E fanno bene perché sanno che dovrò farmi 7 km a piedi sotto un sole infernale e che dovrò attraversare la periferia della capitale della Namibia. Viene da ridere anche a me, anzi scoppio in una risata abbastanza inopportuna. Poi pero` guardo con orgoglio la scritta sulla mia borsa Venice Marathon. Cosa vuoi che siano 7 Km, posso anche farne 42 -fanculooo!" urlo ancora” fanculooo maledettiiii...!-
Capitolo 3 

Eh si, l’Africa non e` solo bella. Qualche volta e` anche molto brutta. E questa storia e` solo la punta di un' iceberg che si chiama razzismo. Che arrivi dai bianchi o dai neri non fa differenza. Se mi chiedi -sei razzista?- sicuramente rispondo –no- Ma se mi chiedi -Cosa hai pensato quella volta che ti hanno lasciato alla stazione di servizio, oppure quando ti hanno offeso per il colore della tua pelle- Bene, in tutte quelle occasioni ho pensato alle offese peggiori... Si, qualche volta sono stato veramente razzista, inutile nasconderlo, meglio ammetterlo e cercare di capirne il perché. Ecco, questa e` una cosa importante, cercare di capire, mettersi in discussione e fare tesoro di tutte le esperienze, nel bene e nel male.
Alla fine, imprecando, fumando e camminando, sono arrivato a Windhoek. Una dottoressa mi ha fatto fare il test della malaria. NEGATIVO. E tutto si e` risolto con una manciata di antibiotici. La febbre e` passata, sto` bene e mi sento in pace con tutti… ma ho ancora un problema: continuo a canticchiare una canzonetta scema di Al Bano e Romina...

http://www.youtube.com/watch?v=Q0wZQbK938Y
http://www.youtube.com/watch?v=qQar_BiqAGI