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lunedì

PASTA AMOS VS MZUNGU


-E stasera a cena mangiate verdura. Non abbuffatevi, evitate la carne, non esagerate con l’ugali. E nel the non metteteci troppo zucchero. La messa è finita, amen-
Anche se mi pareva strano, apprezzai molto quei consigli alimentari alla fine della celebrazione. Mi sembrava una buona idea quella di dare informazioni abbastanza corrette a tutte quelle persone che molto probabilmente non avevano mai sentito parlare di vitamine, proteine e carboidrati.
Ma ero stanco. La messa era cominciata alle 10 del mattino e adesso erano le 4 del pomeriggio. In realtà ero uscito dalla chiesa più volte sia per mangiare qualcosa che per fare una passeggiata all`ombra di quei grandi alberi che si trovano solo in Africa; e mi ero anche portato un libro da leggere, We don`t want your white religion di un certo Bruce Britten.
No, non ero impazzito per decidere di trascorrere 6 ore dentro una chiesa afosa e strapiena di persone. Semplicemente, ero stato invitato da alcuni amici. Conoscenti più che amici, ma il punto era che molto tempo prima avevo promesso che almeno una volta (una di numero) sarei andato a messa con loro. Ogni settimana avevo trovato una scusa per non andarci, ma sapevo che non potevo sempre scamparla. Quello che mi disturbava non era la celebrazione religiosa in sè, anzi; da un lato si trattava di un`esperienza interessante. Il problema era la durata eccessiva e l`assenza di una pausa per mangiare qualcosa.
Ma adesso finalmente era finita.
Le persone uscirono e si disposero in un grande cerchio, dopo essersi strette la mano. Al centro c`erano una dozzina di capre legate agli alberi e alcune donne sedute accanto alle loro ceste. Un uomo gridava a gran voce -Sono 1000 shellini per tutti questi pomodori! Chi offre di più ? –Era in corso l`ultimo atto di quella celebrazione troppo lunga,  cioè una piccolaa asta, e il profitto delle vendite andava alla chiesa; si trattava di un modo per raccogliere fondi.

Dopo un`altra mezz'ora abbondante la gente cominciò ad andarsene così, dopo i saluti, avevo cercato di mimetizzarmi nella folla e di fuggire verso casa, ma pensare di non dare nell`occhio era stata pura presunzione.
Come fa un bianco a mimetizzarsi in mezzo ad una folla nera?!
Avevo appena afferrato la rete del cancello e messo un piede fuori dalla recinzione quando…una mano si era posata sulla mia spalla destra. Non avevo bisogno di guardare per sapere di chi si trattava: Pasta Amos
-Oh mzungu! Dio ti benedica, come va? Karibu nyumbani! -Avrei potuto andarmene, ma sapevo che quell`invito includeva anche uno spuntino (avevo fame), così accettai di andare a casa sua.
Conoscevo Amos da molto tempo. Era un pastore della chiesa pentecostale, il prototipo dell`uomo con la verità in tasca. Un rompiscatole professionista. Nella sua faccia c`era scritto: io sono migliore di te, ma sapevo che il suo atteggiamento di superiorità nascondeva una profonda debolezza. E, come se non bastasse, si ostinava a chiamarmi mzungu, fingendo di non ricordare il mio nome, altra prova della sua mediocrità. Abitava vicino alla chiesa dopo il fiume, in una bella casa circondata da banani e caffè. Da quel punto il Meru sembrava vicinissimo e il panorama era stupendo.
Entrai in casa e mi accorsi che non ero l`unico ospite. Due uomini in giacca e cravatta erano seduti sul divano, si presentarono e mi fecero posto. Dopo pochi minuti, la moglie del Pasta e ci portò un piatto con della frutta tagliata a pezzi, delle focaccie ripiene di carne chiamate sambusa e alcune coca cola da 350 ml.

Sapevo che la ragione di quell`invito non era l`amicizia o la tipica ospitalità africana. Amos voleva parlare con me di religione, farmi delle domande trabocchetto e incastrarmi, possibilmente di fronte ad un pubblico che potesse applaudirlo e sostenere le sue idee. Così, consapevole della situazione in cui mi trovavo, mangiai avidamente il cibo e intanto mi preparavo mentalmente a quella che sarebbe stata una piccola sfida.
Infatti, dopo un po`, Amos cominciò la partita.
Disse che non capiva come mai nelle chiese europee il clima fosse sempre così cupo e deprimente. Io la pensavo esattamente come lui, ma preferii incalzarlo. Così gli parlai di un libro in cui l`autore, mr. Britten, un professore dello Swaziland, spiegava che spesso gli usi e costumi venivano erroneamente considerati elementi della religione stessa. I primi a commettere questo errore erano stati i missionari europei inviati in Africa. Essi infatti assieme al cristianesimo pretendevano di diffondere anche le tradizioni europee, del tutto estranee alle realtà locali.
L`esempio che portava Britten era quello del pane confezionato in una busta di plastica. Il pane era la religione mentre la busta di plastica rappresentava il custom, gli usi e costumi. Ancora oggi, spiegava Britten, i due elementi venivano confusi. Per questo non dovevamo stupirci del fatto che il modo di pregare, cantare o celebrare in alcune nazioni potesse sembrare bizzarro. Quello che non doveva cambiare era il contenuto del messaggio cristiano. Per concludere, dissi a Amos che il modo discreto e tranquillo di celebrare le funzioni religiose in Europa era dovuto ai nostri usi e costumi.
Il pasta si raschiò la gola e poi guardò il soffitto, forse alla ricerca di un aiuto divino.
Ah ah! Avevo dato una buona risposta. Uno a zero per me.
Aspettai il contrattacco.
Amos allora si fece portare dell`acqua per lavarsi la faccia, come un pugile in attesa del secondo round.
Mugugnò qualcosa che non capii, poi dopo essersi sistemato la cravatta con un gesto di stizza, continuò dicendo che però quel clima cupo e deprimente tipico delle celebrazioni cattoliche era in netto contrasto con il messaggio del vangelo che invece doveva trasmettere speranza e gioia di vivere. Allora, anche se controvoglia, gli dissi che aveva ragione e che effettivamente la chiesa cattolica in Europa sembrava spesso medievale e fuori dal tempo, mentre in Africa quelle baracche utilizzate come chiese sprigionavano energia e vitalità.

Uno a Uno. Situazione di parità.

Mi venne allora spontaneo raccontargli che qualche tempo prima, a Dar es Salaam avevo conosciuto una giovane prostituta di nome Nikki. Lei mi aveva fatto notare che le differenze all`interno del cristianesimo erano soltanto barriere senza reale importanza. -Lei diceva che quelle differenze servivano solo ad allontanare le persone…-. Dissi per concludere.
A quel punto Amos era alle corde. Il suo bigottismo gli impediva di difendersi come avrebbe voluto.
Sapevo cosa avrebbe detto, lo stavo aspettando al varco.
E infatti disse qualcosa come- Ah, non credo che una prostituta possa permettersi di parlare di argomenti cosi importanti, piuttosto dovrebbe convertirsi…-Quello era un autogol, capii che avrei vinto. Così, cercando lo sguardo degli altri ospiti risposi- Ma anche una prostituta ha il diritto di di dire quello che pensa e poi… nel vangelo c’è scritto che Jesus in più occasioni disse che le prostitute avrebbero preceduto molti credenti, nel regno dei cieli-
Due a uno per me.
Finii la coca cola da 350 e mi gustai la vittoria.
La partita era conclusa e il Pasta era al tappeto, ma per educazione, non dimenticai di dirgli tutto quello che avevo apprezzato durante la sua celebrazione. Gli dissi che i suoi consigli alimentari mi sembravano una buona idea e che i canti che avevo ascoltato erano stupendi. Avevo registrato nel mio lettore mp3 qualche minuto di quelle esibizioni pensando che quelle voci erano la prova che il blues aveva radici africane. Certamente erano stati i neri del Missisipi a forgiare il sound che oggi tutti conosciamo, ma quel modo di cantare ora in gruppo ora lasciando spazio ad un solista ricordava il gospel delle chiese americane del 1800. E poi la coreografia fatta di braccia alzate al cielo, di colori sgargianti e di corpi in costante movimento era qualcosa che valeva la pena di vedere. Amos apprezzò il mio commento ed infine rivolse lo sguardo compiaciuto verso la sua foto 40x30cm che lo ritraeva in un primo piano esagerato, vicino al crocefisso appeso in soggiorno. Quell`esempio di mania di grandezza non mi stupiva affatto, visto che era presente nelle case di tutti i preti che avevo conosciuto in Africa .

Prima di andarmene ringraziai per il cibo che mi era stato offerto. Poi mi girai ancora verso Amos e gli dissi che mi aveva fatto piacere parlare con lui.
Ed era vero.
Amos era arrogante, presuntuoso e debole, ma per me era anche una miniera di informazioni. Parlare con lui mi aiutava a capire il ruolo della religione in quei luoghi.
Quella mattina infatti, avevo spesso pensato che tutte quelle persone ammassate in chiesa perdessero il loro tempo. Avrebbero potuto riparare la strada o la fontana del loro villaggio. E tutte quelle offerte per l`ampliamento della chiesa già esistente mi sembravano un` assurdità visto che molti di loro non possedevano quasi nulla.
Ma mi sbagliavo.
Il mio punto di vista era lontano dalla realtà Africana.
Quelle chiese non erano soltanto dei luoghi di culto, ma rappresentavano anche il momento della socialità. Era li che le persone si incontravano, facevano amicizia, passavano delle ore cantando, ballando e divertendosi. Non c`erano bar, piazze o circoli privati. C`era la chiesa e basta. Ma quella scarsezza di luoghi d`incontro non mi sembrava più un problema, anzi. Nei grandi e sconosciuti spazi africani quelle piccole costruzioni dal tetto luccicante, risaltavano più dei grattacieli delle grandi metropoli.

Salutai tutti e m`incamminai verso casa, pensando di aver trascorso una buona giornata. Attraversai il fiume e raggiunsi la strada principale, dove un camioncino sgangherato mi passò a fianco suonando il clakson e alzando una nuvola di polvere.

Poi, come un fantasma, scomparve dietro la curva.


Jesus Loves You!






In order to get a good education, I need a sponsor to continue my studies. Sono brava, tutti me lo dicono. Sono 30 per mezzora, 50 per un`ora. Perche` fai quella faccia ? Dai, bevi il tuo drink e seguimi. E Sorridi brother, Jesus loves you!


Ogni venerdi, dopo la scuola Nikki va a Kigamboni. Non so quanti anni abbia, quando glielo chiedo sorride e basta, senza rispondere. Forse ne ha 20, penso. Sembra la piu` grande tra le sue amiche che strizzano l`occhio ai turisti. Nikki mi guarda i piedi e dice- Your shoes are good my friend, can I sit here?- In realtà Nikki si è già seduta nello sgabello vicino al mio e adesso beviamo assieme sul bancone. Capisco subito in che situazione mi trovo, ma non mi va di essere scortese. E me ne frego degli altri clienti che mi guardano facendo sorrisetti o smorfie da bempensanti. Semplicemente mi va di parlare con lei. Why not? Birra tusker per me, lei continua il suo gin lemon. Indossa un vestito aderente che mette in mostra il suo bel corpo. Inizia a raccontarmi storie e a chiedermi chi sono e da dove vengo. Vorrebbe andare in Europa, lei; dice che la Tanzania è si good, ma non abbastanza. In Europa ci sono tante università e dice che avere una good education oggi è fondamentale.

Mi piacerebbe Londra, ma vorrei visitare anche Roma. Io sono cristiana, ma non cattolica…Ma che importa, queste differenze secondo me non contano!
Soltanto Lui decidera` chi salvare e chi no.
Soltanto Lui sa veramente chi sei e conosce le tue azioni.
Lui sa cosa c`è nel profondo del tuo cuore.
Lui conosce il colore della tua anima
Un giorno Lui verrà e ti chiederà di seguirlo.
Sarai pronto…to leave everything and follow him?
E chissà casa decidera` per NOI due. Forse non ha ancora deciso e SIAMO ancora in tempo…
Si avvicina e mi sussurra qualcosa all`orecchio –[…]- Poi di scatto si alza e si mette a ballare la sua canzone preferita. Io resto a guardare come uno scemo, sedotto dalla bellezza di questa ragazza… e travolto dal suo stupefacente approccio biblico!

Are we blind – can we see?
We are one, incomplete
Are we blind – in the city?
Waiting for lightning to be saved, yeah
Cause love is noise, love is pain
Love is these blues that I’m singing again
Kigamboni e` una zona di Dar es Salaam dove ci sono le spiagge più belle, costosi resort da 100 dollari a notte, ma anche molti ristorantini e chioschi gestiti dalla popolazione locale. Per raggiungerla basta andare al porto e prendere quel traghetto che assomiglia ad un barcone della speranza; costa solo 100 shellini e in 5 minuti arriva dall`altra parte della città. Poi ci sono i dala dala che ti portano fino al kipepeo beach, la spiaggia piu` bella di Dar che non ha nulla da invidiare a Zanzibar.
Questi luoghi sono pieni di vita e di storie da raccontare.
L`odore del mare della sera si mescola con quello del nyama choma cucinato sulla griglia. In pochi attimi il sole scompare all`orizzonte e dalla moschea sale il canto del muezzin. C`è movimento oggi , ci sara` una festa sulla spiaggia. L`ambasciata olandese mi dicono, ha organizzato il tutto. E quando ci sono feste come queste, l`industria del sesso prolifera. Le ragazze iniziano a sbronzarsi alle 5 del pomeriggio e verso le 7 sono pronte per saltare sugli sgabelli dei bar e fare amicizia con i clienti. E, in questo caso il potenziale cliente da convincere…sono io!

Piacere di averti conosciuto Nikki- le dico dopo pochi minuti, esausto di quel tentativo di evangelizzazione forzata -ma io finisco la mia birra e me ne torno in città, to the other side…
-Sicuro?-mi chiede guardandomi con sguardo severo
- Bila shaka, rispondo io salutandola con un cenno
-Lakini…Utarudi lini ?
(quando torni)
-Si jui, sasa naenda, ciao…E lei torna a ballare ancora quella canzone che il dj mette a ripetizione. E per un attimo la musica mi corre dentro, stupendamente direi. Una senzazione particolare e piacevole.
Immagino…Londra, Parigi, Roma, Madrid…Nikki che cammina attraverso i luminosi centri commerciali …in a modern times
 
…SEGUIMI…BROTHER…LUI SOLO DECIDERA`…SARO` PRONTO…LA MIA ANIMA…LOVE IS NOISE … JESUS TI CHIAMERA`…LUI SAPRA`…
HEAVEN OR HELL     FOR YOU…AND ME ?
Certo, lo so che non reggo l`alcool, ma caz...! Ne ho bevuta soltanto una...

Will those feet in modern times
Walk on soles that are made in China?
Through the bright prosaic malls
And the corridors that go on and on and on

Non faccio in tempo a scendere dallo sgabello che la Nikki stà già parlando con un signore di mezza età in giacca e cravatta con una bandierina europea che gli penzola dal taschino. Lui sembra di casa e subito fa un gesto con la mano per ordinare da bere.

Il cameriere, che aveva seguito con interesse e divertimento la mia conversazione, mi raggiunge verso l`uscita e mi fa:
-Bravo bravo, non andare con quella che sennò ti prendi il virus!
Pensa che in una serata come questa una di quelle ragazze può guadagnare una cifra enorme, anche 10 volte il mio stipendio mensile. Chiamala stupida!
-Hai ragione- dico io.- Ma dimmi un po’, la gente di qui usa i profilattici?
- Non molto, direi. Quelli buoni son costosi, una confezione da tre condom costa 2-3000 sh.
Io ho un buon lavoro e guadagno circa 3000 sh al giorno. Fai il conto. Dovrei forse spendere il mio stipendio in profilattici? Che, siamo matti?E poi anche il papa dice di non usarli. Ah Ah! Avrà scoperto anche lui la storia della caramella!-
-Quale storia?- chiedo curioso.
-Anche il papa saprà che la caramella è più buona se la mangi senza la carta intorno!!! Ah Ah Ah…-

E dopo questa "storia del papa" me ne vado davvero, trascinado le mie good shoes sulla sabbia e sorseggiando la tusker. Per un attimo la Nikki si gira e mi guarda salutandomi con la mano in modo quasi beffardo. Dice Bye Bye rafiki!!! Mi manda un bacio e torna dal suo nuovo amico.

Un altro gin lemon e un altro Jesus Loves you!

Will those feet in modern times
Recognise the heavy burden
Will those feet in modern times
Pardon me for my sins?
Cause love is noise, love is pain
Love is these blues that I’m singing again